Márcia Theóphilo è poeta e antropologa brasiliana e,
da diversi anni, occupa un posto sempre più importante nella cultura
italiana, soprattutto a Roma ove vive ed opera dai tempi del suo sodalizio
con Murilo Mendes e con Rafael Alberti. (…)
Scriveva Pier Paolo Pasolini, in un articolo del 1973 su Giovanni Comisso,
che: "un pittore o un letterato non ha origine, in quanto tale. Lo
si ritrova nella vita già pittore e letterato, per aprioristica
destinazione, felicità, fortuna "Tale il percorso artistico
della Theophilo che, muovendo dal ricordo dell'Amazzonia, dei miti e delle
leggende legate alla giungla, perviene alla descrizione di un luogo che
non sta in alcuna parte della Terra, eppure riconoscibile da quelli che
avvertono la seduzione della parola, unico arnese capace di scardinare
le serrature dell'inconscio e di liberare la fantasia. La Theóphilo
rivendica per sé, e per ogni altro artista in genere, l'assoluta
libertà di movimento richiesta da un viaggio poetico. Nella raccolta
di poesie "Catuetê Curupira" (…) Marcia, non a caso, pone al
primo posto la seguente poesia:
«Quando comincio a cantare
nessuno sa quel che segue
cavalli, volpi
metalli
pietre
incantesimi
montagne di sabbia
va a riposare, ne hai bisogno
sognare ti stanca troppo.»
É, quindi, rigorosamente vietato l'accesso ai tanti che si automutilano
non esercitando il sesto senso che è quello della produzione e
della fruizione artistica. La Theóphilo ha vissuto l'avanguardia
del suo paese; ha fatto parte del gruppo di artisti operanti a San Paulo,
tra i quali: M. Bonomi, O. Araujo, Ubirajara, L. Abramo e altri. Ma è
difficilmente collocabile in una scuola o in una linea poetica. Rappresenta
l'Ube, Unione brasiliana degli scrittori, in Italia ed è corrispondente
del giornale «O Escritor».
Notevole è il curriculum di Marcia nei readings e nei festivals
di poesia tenutisi in vari posti d'Europa: da Rotterdam (1977) e da Struga
(Jugoslavia, 1978) a piazza di Siena a Roma (1980-'83-'84) e in altri
recitals che sarebbe troppo lungo citare. Importante, invece, sottolineare
la sua presenza nei meetings, ove i poeti incontrano pubblico nuovo e
si espongono direttamente, senza alcun diaframma e mediazione, confidando
solo sulla validità del loro fare poetico. La Theòphilo
conosce la teatralità della poesia e ne cura gli aspetti spettacolari.
Ha anche scritto due lavori per il teatro. Attualmente sta lavorando ad
un grande poema sugli Indios brasiliani, ed alcune poesie sono apparse
sulla rivista Tempo Presente. La sua ispirazione nasce da una rivisitazione,
non solo letteraria, della selva amazzonica, assunta come luogo metaforico
ed emblematico in cui l'uomo è nemico, distruttore della natura
e vi appone il suo sigillo mortale. Il dramma dell'Amazzonia è
vissuto da Márcia Theophilo con forza e restituito con grandi capacità
espressive sostenute dal ritmo e dalla musicalità dei versi.
Giovanni Usai
in L'Europa dei cittadini giugno-luglio 1988
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